Dipartimento - Ambiente, Energia, Attivitą produttive
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Responsabile: Dr. Corrado Patimo

ultimo aggiornamento: 18 Ottobre 2003

17 Ottobre 2003

Conferenza Regionale su Ambiente e Salute

Istituto Superiore di Sanità, Roma

L'Associazione Dossetti partecipa con un suo documento


La Commissione Europea, sotto l'impulso della Commissaria per l'ambiente Margot Wallstrom, ha lanciato la nuova strategia (2004-10) su salute ed ambiente, centrata sulla protezione dell'infanzia. I bambini sono la fascia maggiormente vulnerabile ai fattori di rischio ambientali, e sono la risorsa (oramai numericamente limitata e quindi tanto più da proteggere) per il futuro delle società Europee. Per quanto con contraddizioni e limiti, l'iniziativa è importante sotto vari aspetti: perché rilancia il ruolo cruciale della tutela ambientale nei confronti della salute, perché dà priorità alla ricerca e all'intervento orientati alla prevenzione, e soprattutto perché riconosce l'importanza della protezione delle fasce vulnerabili per una azione reale di sanità pubblica.

Per consultare il documento:
http://europa.eu.int/comm/environment/health/index_en.htm


Schema di Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri

attuativo Legge n. 36/2001

in materia di campi elettromagnetici generati da elettrodotti


Referendum abrogativo della “Servitù coattiva di elettrodotto”

Pochi giorni fa, il 15 gennaio 2003, la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile un referendum di importanza strategica per il settore della trasmissione e distribuzione di energia elettrica.

Desideriamo ricordare di cosa si tratta ed in merito fare alcune riflessioni, visto che si tratta di un argomento solo apparentemente lontano dalle problematiche del cittadino, tendenzialmente non attratto dai temi energetici, se non:

quando la “luce” manca o è ballerina,

 

quando si tratta di pagare le bollette dell’energia elettrica,

quando tali bollette aumentano.

Si tratta del referendum abrogativo delle norme di cui all’art. 1056 Cod. Civ e all’art. 119 del R.D. n. 1775 del 1933, con cui è stata disciplinata la cd. “servitù coattiva di elettrodotto”, in base alla quale ogni proprietario è tenuto a dare passaggio per i suoi fondi alle condutture elettriche o sotterranee che esegua colui che ne abbia permanentemente o temporaneamente l’autorizzazione da parte dell’Autorità competente, in conformità delle leggi in materia.

Va precisato che attualmente, perché la servitù di elettrodotto venga ad esistenza, non è sufficiente l’autorizzazione dell’Amministrazione competente, ma occorre uno di questi specifici atti:

il Contratto (il proprietario perviene ad un “Accordo bonario”, previo riconoscimento di indennità predeterminata per legge);

un provvedimento dell’Autorità giudiziaria ordinaria (per le linee elettriche autorizzate);

 

il Decreto di esproprio (per le linee elettriche autorizzate e per le quali sia stata dichiarata, dall’Amministrazione competente, la pubblica utilità, l’indifferibilità e l’urgenza).

Prescindendo dal consenso dei proprietari dei fondi, la gran parte degli elettrodotti costituenti la rete elettrica del nostro paese è stata realizzata in base a tale quadro normativo.

Il referendum ammesso dalla Corte Costituzionale è stato proposto dai Verdi, con l’assenso delle Associazioni dei consumatori e degli ambientalisti, per ragioni riconducibili, evidentemente, da un lato all’esigenza di garantire una più ampia tutela paesaggistico - ambientale, dall’altro per arginare i timori della popolazione in merito alle emissioni di onde elettromagnetiche.

Non è stata invece prestata alcuna attenzione alle esigenze di servizio pubblico sottese alle attività di costruzione degli elettrodotti.

E’ ovvio che, qualora questo referendum trovasse il consenso della popolazione, l’unico strumento giuridico utilizzabile per pervenire alla costituzione della servitù diverrebbe quello contrattuale.

 

In sostanza il consenso dei proprietari deriverebbe non più dall’adempimento di “un obbligo legale”, con un’indennità predeterminata per legge, ma piuttosto da valutazioni di mera opportunità economica, soddisfatte le quali la servitù potrebbe essere costituita.

Con il venire meno degli strumenti “coercitivi” per la costituzione della servitù, che ricordiamo sono connessi al soddisfacimento di un pubblico servizio, sarebbe sempre più difficoltoso procedere alla realizzazione di nuove linee elettriche, a meno di costi altissimi e di grosse alee circa la realizzabilità effettiva di queste infrastrutture primarie che, occorre ricordarlo, sono a beneficio della collettività.

Infatti

il tracciato dell’elettrodotto - benché approvato - sarebbe sempre “condizionato” alla volontà del singolo proprietario del suolo;

il “prezzo” da corrispondere per ottenere il consenso del proprietario potrebbe lievitare in maniera esponenziale, a seconda del territorio considerato, della destinazione reale o ipotetica del fondo e delle resistenza del proprietario (per pura ipotesi, ma fino ad un certo punto, tanto maggiore quanto maggiore è il suo potere economico e/o politico);

 

verrebbero meno strumenti acceleratori in fase esecutiva, per l’esecuzione anticipata delle opere, a seguito del riconoscimento della loro indifferibilità ed urgenza.

Ci si chiede a questo punto se gli impianti di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica e lo stesso servizio di trasmissione e distribuzione possano ancora di fatto essere considerate di “interesse pubblico”.

Quali sono i mezzi finalizzati al soddisfacimento del “bene comune” pensati dai proponenti questo referendum abrogativo ?



AMBIENTE

dati ISTAT


Distruttori endocrini ambientali

(Istituto Superiore di Sanità) (Università di Roma 'La Sapienza')

The World's Endowment of Conventional Oil and its Depletion

WHO European Centre for Environment and Health

TEMPERATURA GLOBALE VICINA AI RECORD PER IL 2002

Scienza e Ambiente 2002


SUL PROBLEMA TEVERE A ROMA

Il Messaggero di Sabato 16 novembre 2002:

L'intervento dell'Associazione Dossetti sull'allarme pioggia a Roma

IL TEMPO di Giovedì 21 NOVEMBRE 2002:

Il Tevere da un anno senza polizia idraulica

Lo denuncia l’Osservatorio Dossetti

Impianti e fossi senza controllo. Non è vero, replicano dall’Agenzia

Il Prefetto di Roma presiede una riunione sulle problematiche del Tevere


Martedì 14 Maggio 2002 ore 9.00 - 14.00

GIORNATA NAZIONALE DOSSETTIANA


"AMBIENTE E SALUTE:
PRELEVIAMO RISORSE, RESTITUIAMO RIFIUTI"

Comunicati e conferenze stampa relativi a questa Giornata dossettiana


DISCARCHE ESAURITE ED INQUINANTI AMBIENTALI

L’Associazione Nazionale “G.Dossetti: i valori” in occasione della giornata dossettiana che si terrà il 14 maggio 2002 nella sala della Protomoteca del Campidoglio dalle ore 9,00 alle ore 14,00 rilancia il tema delle emergenze ambientali e dei fattori inquinanti come eventi che minacciano il diritto alla vita.

La giornata, dal titolo “Ambiente e salute: preleviamo risorse e restituiamo rifiuti”, vedrà la partecipazione del Vice-Sindaco di Roma On. Gasbarra e del Sottosegretario alla Salute On.Guidi e di qualificati relatori del mondo scientifico, culturale e associativo.

Dopo l’iniziativa del 28 febbraio 2002 svoltasi sul tema:”Sicurezza alimentare: nuove emergenze e prevenzione” l’Associazione “Dossetti” intende porre al centro della discussione politico-istituzionale la vivibilità nelle grandi aree urbane e a Roma città metropolitana in particolare.

L’imminente esaurimento della discarica di Malagrotta rende quanto mai necessaria ed urgente la predisposizione di misure d’emergenza per affrontare, da subito, il problema dei rifiuti urbani e del loro trattamento.

Il riciclaggio di tutti i rifiuti e la possibilità che si rendano disponibili, per questo, nuovi posti di lavoro, sarà proposto nel corso del convegno da studiosi del campo ambientale.

Il progressivo aumento di inquinanti ambientali come problema per la salute di tutti i cittadini sarà esposto da Dirigenti dell’ENEA, dell’Istituto Superiore di Sanità, del Ministero della Salute e da medici ospedalieri.

Scopo della giornata dossettiana sarà anche quello di fornire strumenti tecnici e operativi per affrontare il tema ambientale in conformità con le direttive europee e con l’art.37 della Carta dei Diritti dell’Unione Europea.

Si allega locandina

Riferimento per i signori giornalisti

Il segretario dell’associazione Claudio Giustozzi

347 3778006 segreteria@dossetti.it


ALLARME RIFIUTI SPECIALI PARTICOLARI

La relazione sullo stato dell’ambiente 2001, riporta come ultimo dato aggiornato sulla produzione di Rifiuti Speciali Pericolosi in Italia , quello relativo al 1997, pari a 3,4 milioni di tonnellate. Di queste, circa 791.000 tonnellate, vengono smaltite in discariche di 2° categoria.

Che fine hanno fatto le 2.609.000 tonnellate che mancano all’appello?

Se guardando indietro consideriamo non meno di 30 anni di storia industriale del Paese, durante i quali lo smaltimento dei Rifiuti Speciali Pericolosi non è stato certo migliore di oggi, a quanto possono ammontare i Rifiuti Speciali Pericolosi prodotti e non smaltiti? 40, 50, 75 milioni di tonnellate?

Dove possono essere finiti? Cosa fare?

Questi ed altri gravi problemi verranno affrontati nella Giornata Nazionale Dossettiana “Ambiente e Salute: Preleviamo Risorse e Restituiamo Rifiuti“ che si terrà Martedì 14 Maggio 2002 dalle ore 9.00 alle 14.00 in Campidoglio presso la sala della Protomoteca.



RISCHI AMBIENTALI: ESPERTI A CONFRONTO
Rifiuti, riciclaggio, additivi chimici, riduzione delle difese immunitarie, prossima chiusura della discarica di Malagrotta: questi ed altri temi saranno affrontati martedì 14 maggio dalle 9,00 alle 14,30, sala della Protomoteca in Campidoglio, da esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, del Ministero della Salute, dell’ENEA, da docenti universitari e da medici ospedalieri.
Fare il punto sulla situazione delle emergenze ambientali e sui rischi che tutti affrontiamo con l’esposizione ai fattori d’inquinamento denominati “distruttori endocrini”: questo è quanto si propone l’Associazione Nazionale “Giuseppe Dossetti: i Valori”, organizzatrice dell’incontro.
Alla presenza del Vice-Sindaco di Roma On. Gasbarra, del Sottosegretario alla Salute On. Guidi, dell’On. Giachetti, dei rappresentanti dell’OMS, dell’AMA, di Legambiente i relatori affronteranno le tematiche ambientali sotto diversi punti di vista.
Il riciclaggio dei rifiuti, associato alla possibilità di creare nuova occupazione, sarà ribadito nel corso dei lavori da studiosi di chiara fama in campo ambientale.
L’imminente esaurimento della discarica di Malagrotta rende quanto mai necessaria ed urgente, a partire da oggi, la predisposizione di misure d’emergenza per affrontare da subito il problema del trattamento alternativo alla discarica. Quando chiuderà Malagrotta? C’è già un piano alternativo?
Diossine, pesticidi, additivi di vernici e plastiche saranno accostati al rischio comprovato ai danni del sistema riproduttivo e del sistema immunitario.
Infertilità, pubertà precoce sono solo alcuni dei danni alla salute che l’inquinamento ambientale provoca nei grandi agglomerati urbani. Di questo ne parlerà un noto docente universitario di endocronologia.
Linee elettriche e campi elettromagnetici: cosa e quanto si rischia?
Allergie, malattie dell’apparato respiratorio e i loro rapporti con l’inquinamento saranno affrontati da uno specialista pneumatologo di un grande ospedale pubblico romano.
L’art.37 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea afferma: ”Un livello elevato di tutela dell’ambiente e il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell’Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile”.
Martedì 14 maggio ci confronteremo sul tema della qualità della vita e lo stato effettivo della tutela ambientale. Vorremmo che i principi dichiarati sulle carte venissero resi effettivi dalle politiche di tutela dei diritti fondamentali e dei valori civici attenti alle elementari esigenze dei cittadini.
L'iniziativa dell'Associazione, intitolata a don Giuseppe Dossetti - che opera per la tutela e l'affermazione dei valori e diritti umani nella società - richiama l'attenzione su un problema centrale della vivibilità quotidiana, purtroppo trascurato, al fine di approfondire le possibili soluzioni per assicurare il rispetto e la salvaguardia della salute dei cittadini.


INQUINANTI AMBIENTALI: AD ALTO RISCHIO IL FETO E LA FERTILITA'
Diossine e PCB, pesticidi, metalli pesanti, componenti di detergenti (alchilfenoli), additivi delle plastiche e delle vernici (ftalati e bisfenolo-A): queste sostanze sono presenti ovunque nell’ambiente, si accumulano nelle catene alimentari e giungono fino all’uomo attraverso il cibo.

“Soltanto recentemente – afferma il prof. Leopoldo Silvestroni, endocrinologo dell’Università La Sapienza di Roma e membro del Direttivo nazionale dell’Associazione culturale Giuseppe Dossetti – i Valori’ - si e’ scoperto che questi inquinanti possono interferire con il sistema ormonale durante la gravidanza e danneggiare lo sviluppo del feto”.

A rischio l'apparato riproduttivo, il sistema immunitario e quello nervoso centrale con possibili conseguenze che saranno evidenti alcune alla nascita, altre nell'infanzia e nell'adolescenza, altre soltanto nell'età adulta.

Criptorchidismo e ipospadia, riduzione delle difese immunitarie, intolleranze alimentari, ipereccitabilità nervosa, pubertà' precoce, certe forme di tumore e infertilità sono i possibili effetti di questi inquinanti, indicati oggi come ‘distruttori endocrini’.

Questi effetti sono risultati evidenti in occasione di alcuni episodi accidentali che hanno causato massiccia esposizione umana.

“È però importante sottolineare – continua Silvestroni - che studi di laboratorio hanno dimostrato come i distruttori endocrini possano agire anche se presenti ciascuno a bassa o bassissima dose attraverso un meccanismo di potenziamento reciproco (sinergia) rendendo così non più affidabili le quantità ambientali ritenute finora accettabili per ognuno di essi”.

Siamo di fronte ad una nuova e impegnativa sfida alla salute umana che vede come bersagli più vulnerabili lo sviluppo del bambino e la fertilità.

“È urgente – conclude Silvestroni - informare e dedicare risorse allo studio di queste sostanze e dei loro effetti per evitare che si degradi oltre la capacità riproduttiva e per tutelare la qualità biologica stessa di chi sta per nascere”.

Esperti, ambientalisti e ricercatori faranno il punto della situazione ed illustreranno proposte al convegno “Ambiente e salute: preleviamo risorse restituiamo rifiuti”, organizzato dall’Associazione Nazionale “Giuseppe Dossetti: i Valori”, che si terrà martedì 14 maggio, nella Sala della Protomoteca al Campidoglio.

I “distruttori endocrini” ed altri temi di attualità - dall’emergenza rifiuti a Roma con l’esaurirsi della discarica di Malagrotta, alle tematiche della salute umana correlate sempre più ai problemi dell’inquinamento urbano ed ambientale fino ad arrivare alle azioni correttive che le Istituzioni devono intraprendere per la prevenzione - saranno oggetto dei lavori del convegno rivolto non solo al cittadino comune, ma anche e soprattutto agli Enti ed alle Istituzioni.

Il segretario dell’associazione Claudio Giustozzi dichiara: “impegno dell’associazione è far nascere una coscienza nuova e partecipata nei cittadini nei confronti del rischio, oggi emergente, derivante dagli inquinanti ambientali, favorendo anche l’intervento delle Istituzioni per la creazione di centri di alta e specifica qualificazione scientifica”.

Ulteriori informazioni saranno diffuse durante i lavori del 14 maggio.

Associazione “Giuseppe Dossetti: i Valori” www.dossetti.it - 3473778006

Prof. Leopoldo Silvestroni – 0649970710 - 3391130030


GRIDO D’ALLARME SUI RISCHI AMBIENTALI: ALIMENTI, DISCARICHE E DIRITTO ALLA SALUTE

Sabato 25 maggio 2002 alle ore 10,30, conferenza stampa presso la sede nazionale dell’Associazione “Giuseppe Dossetti: i Valori” in Via Giulio Salvadori 16. Studiosi ed esperti faranno il punto sui rischi per la salute dell’uomo causati dagli inquinanti ambientali.

Saranno presenti:

il Prof. Leopoldo Silvestroni, docente di Endocrinologia dell’Università La Sapienza di Roma

l’Ing. Corrado Patimo, già Vicedirettore del Dipartimento Ambiente dell’ENEA

il Dott. Alberto Mantovani, tossicologo dell’Istituto Superiore di Sanità

I rischi in gravidanza per la mamma e il nascituro, causati da numerosi fattori inquinanti (pesticidi, diossine, metalli, ….), sono attualmente sottovalutati o non conosciuti dai responsabili ambientali e sanitari.

Gli studiosi della “Dossetti” nel corso della conferenza stampa formuleranno ipotesi di lavoro per rendere l’habitat naturale e urbano in cui viviamo compatibile con l’esigenza primaria di tutela della salute, specie per le fasce di popolazione più a rischio come bambini e anziani.

Sarà anche chiesto anche un forte impegno istituzionale affinché nuove risorse siano investite nello studio delle cause che comportano una crescente riduzione del potenziale riproduttivo della popolazione.

L'ing. Patimo formulerà, inoltre, anche proposte di soluzione al problema dell’ormai imminente esaurimento della discarica di Malagrotta, la cui mancata programmazione è una mina vagante per l’equilibrio ambientale del territorio.

I rappresentanti della stampa possono contattare il Segretario Nazionale dell’Associazione Claudio Giustozzi 347/3778006.



L’AMBIENTE E LA SALUTE DEI BAMBINI

La cultura sociosanitaria riconosce oramai del tutto insufficiente la tutela di una popolazione generale composta da ipotetici “individui medi” intesi come adulti e sani. Al contrario, le azioni di prevenzione ed intervento saranno adeguate solo quando e se assicureranno una valida protezione anche ai gruppi e soggetti il cui stato di salute è, per diversi motivi, maggiormente vulnerabile. Fra questi l’infanzia è componente di cruciale importanza sanitaria, sociale ed etica. Il bambino non può, infatti, essere considerato un adulto in “miniatura”: proprio la delicata maturazione del suo organismo lo rende particolarmente sensibile a danni persistenti allo sviluppo, che si ripercuoteranno anche nella vita adulta, associati a rischi presenti nell’ambiente o negli alimenti. Un'infanzia sana è critica per ridurre il rischio della comparsa successiva di patologie quali disturbi riproduttivi, le malattie cronico-degenerative, i tumori: la prevenzione efficace comincia con la protezione della vita intrauterina, del neonato e del bambino.

Contaminanti ambientali ed infanzia: i composti ad azione endocrina. Fra i contaminanti che destano preoccupazione per il rischio di patologie dello sviluppo, i cosiddetti “distruttori endocrini” (DE) occupano un posto prioritario. I DE sono numerosi ed eterogenei, comprendendo sostanze persistenti (come le diossine), pesticidi (dai derivati del vecchio DDT all’atrazina), composti di largo uso (come gli alchilfenoli e gli ftalati, ampiamente utilizzati sino alle recenti limitazioni, rispettivamente, nei detergenti e nelle plastiche per giocattoli e pellicole alimentari). Nonostante le loro differenze i DE sono accomunati dalla capacità di alterare, con diversi meccanismi, l’equilibrio endocrino; pertanto, sono sospettati di causare malformazioni e ritardi di sviluppo e di aumentare il rischio nella vita adulta di malattie quali infertilità e certi tipi di cancro (mammella, testicolo). Per valutare e controllare i rischi posti dai DE è indispensabile il contributo della ricerca scientifica, attraverso progetti interdisciplinari a livello nazionale ed internazionale che coinvolgano tossicologi, chimici, clinici, epidemiologi.

L'ambiente di vita: un fattore determinante per la salute . La conoscenza dei rischi posti dai contaminanti è condizione necessaria, ma non sufficiente. Occorre garantire la qualità complessiva del contesto ambientale non solo mediante la ricerca e la sorveglianza sanitaria, ma anche attraverso scelte culturali, sociali e normative. Per proteggere la salute ed il benessere del bambino vanno considerati, in particolare: l’ambiente urbano in cui vive ormai la maggioranza delle famiglie ed i cui punti critici includono le emissioni veicolari, domestiche ed industriali, il rumore, l’inquinamento da rifiuti; gli ambienti confinati, in cui bambini trascorrono un tempo rilevante (case, scuole, palestre..) e dove possono essere esposti a fumo passivo, polveri, sostanze presenti nei materiali di arredo, nei giocattoli ecc.; l’alimentazione, fattore cruciale per la prevenzione nelle prime fasi della vita, di cui va promossa sia la sicurezza nei confronti dei contaminanti che l’adeguatezza nutrizionale. In conclusione, è necessario che, oltre all’indispensabile “non fare male”, l’ambiente di vita “faccia bene”. La famiglia e la scuola possono avere un ruolo importantissimo nel migliorare il contesto di vita dei futuri adulti, ad esempio riguardo alla conoscenza ed al rispetto dell’ambiente e ad una buona cultura alimentare. La protezione dell’infanzia è un fattore determinante per la salute di tutti; anche per questo dobbiamo essere capaci di pensare un ambiente “a misura di bambino”.

Alberto Mantovani, Istituto Superiore di Sanità



ROMA: EMERGENZA RIFIUTI A MALAGROTTA

Responsabile Dipartimento Ambiente

Sabato 25 Maggio 2002 ore 10:30, conferenza stampa

Via G. Salvadori 14-16, 00135 Roma

E’ noto che la situazione della città di Roma per quanto riguarda il problema rifiuti è così caratterizzata:

produzione di rifiuti solidi urbani: circa 4.300 tonnellate/giorno;

produzione di fanghi dalla depurazione di acque reflue: circa 400 tonnellate/giorno;

il totale di questi rifiuti viene attualmente smaltito nella discarica di Malagrotta;

tempo stimato per l’esaurimento della discarica di Malagrotta agli attuali ritmi di coltivazione: 3 o 4 anni;

Secondo le stime di questa Associazione la vita residua di Malagrotta non è assolutamente compatibile con i tempi di realizzazione degli impianti e dell’organizzazione necessari a sostituire Malagrotta a fine vita,con conseguenze facili da immaginare visti i quantitativi di rifiuti e fanghi in gioco.

Cosa fare allora?

Si ritiene necessario:

effettuare una più accurata valutazione della vita residua di Malagrotta, tenendo anche conto delle eventuali possibili deroghe al progetto;

la dichiarazione dello Stato di Emergenza, per rendere più rapidi decisioni ed interventi;

la nomina di un Commissario Straordinario del Comune per la realizzazione di un Piano di Intervento Speciale, basato su un giusto mix di tecnologie ovvero discariche, incenerimento e riciclaggio, in cui quest’ultima deve divenire progressivamente prevalente.

Si fa rilevare che ciò sarà possibile quando le frazioni recuperate verranno rilavorate, in appositi impianti, al fine di renderle del tutto simili a materie prime compatibili con le esigenze degli utilizzatori e più in generale del mercato.

Si renderà quindi necessario una struttura industriale ecologica per il riciclaggio parallela a quella produttiva che consentirà di minimizzare l’inquinamento ambientale e di creare nuovi posti di lavoro! (In analogia, ad esempio, a quanto già avviene su larga scala sulle acque reflue).


15.12.2001

La città di Milano è praticamente priva di depuratori per le acque reflue

Dr. Corrrado Patimo

Responsabile Dipartimento Ambiente

In base a quanto riportato nella Relazione sullo stato dell’Ambiente del marzo 1992, a firma del Ministro dell’Ambiente Giorgio Ruffolo, la città di Milano non era servita da impianti di depurazione. Le strutture esistenti consistevano in un impianto ove veniva effettuato il trattamento primario per una popolazione servita pari a 50.000 AE (Abitanti Equivalenti) ed in un piccolo impianto di tipo convenzionale (?) per altri 2.500 abitanti.

La relazione riportava, inoltre, che erano stati affidati i lavori per la realizzazione di una stazione di depurazione per 1.250.000 AE. In detta relazione veniva, tra l’altro, affermato che l’area del bacino dei fiumi Lambro, Seveso e Olona, era stata dichiarata dal Consiglio dei Ministri “ad elevato rischio di crisi ambientale” a causa della situazione di grave inquinamento ai sensi della legge n.349 del 1996, istituita dal Ministero dell’Ambiente. Ovviamente venivano stanziati finanziamenti adeguati alla dimensione del problema (qualche migliaio di miliardi).

Nella relazione sullo stato dell’Ambiente del 1997, a firma del Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, viene confermato che fra le aree dichiarate “ad elevato rischio di crisi ambientale”, vi era quella relativa ai bacini del Lambro, Seveso ed Olona. Veniva inoltre dichiarato che, per quanto riguardava la qualità delle acque del Po, questa era “buona” a monte di Torino, “cattiva-pessima” per un breve tratto a valle dell’hinterland, “media” alla foce del Sesia fino alla foce del Lambro, “cattiva” dopo l’immissione del Lambro che raccoglie i reflui di Milano e di buona parte del suo hinterland.

Nella Relazione sullo stato dell’Ambiente presentata al Parlamento il 31-01-2001 dal Ministro dell’Ambiente Willer Bordon, si evidenzia che l’area della città di Milano è attualmente sotto provvedimento di ordinanza di commissariamento, per l’accelerazione della realizzazione degli interventi di depurazione delle acque reflue e per la tutela dei corpi idrici dall’inquinamento.

Si fa notare che il recepimento della Direttiva 91/271/CEE avvenuto contestualmente all’emanazione del DLgs 152/99 sulla tutela delle acque, impone che gli scarichi provenienti da agglomerati urbani con oltre 15.000 abitanti equivalenti dovevano essere sottoposti, entro l’anno 2.000, a trattamento secondario o equivalente.

La relazione fa rilevare, fra l’altro, che le acque del Po non presentano sostanziali condizioni di degrado qualitativo nel 2.001, mentre quelle degli affluenti presentano, in alcuni casi, un netto peggioramento rispetto al passato. La maggior criticità si presenta nel bacino del Lambro, Seveso e Olona con parametri negativi molto elevati.

Conclusioni

La città di Milano, ancora oggi non dispone di depuratori e non è nelle condizioni di rispettare quanto previsto nel DLgs 152/99, nè quanto previsto nella Direttiva CEE 91/271/CEE, per il corretto smaltimento delle acque reflue prodotte.


I depuratori previsti attualmente sono:

Ø Peschiera Borromeo II linea

1,4 m3/s (metri cubi al secondo) 250.000 ab/eq (AE)

Bacino da servire 2.200 ha (Lambro settentrionale)

Ø Bacino Centro Orientale Milano Sud-Est Nosedo

5 m3/s 1.200.000 ab/eq (AE)

Bacino da servire 6.900 ha. Questo è il depuratore già previsto nella Relazione sullo stato dell’Ambiente del 1992. L’appalto del medesimo è attualmente oggetto di gravi contestazioni.

Ø Roggia Vettabbio Redefosso, 3° polo Milano Sud – Sito Ronchetto delle Rane 4 m3/s ; 1.050.000 ab/eq (AE).

Bacino da servire 10.000 ha (Lambro meridionale: gara in atto? Gara completata?). I tempi di realizzazione dei due depuratori più grandi sono di circa 2-3 anni.