Carissimi Amici,
sono oltremodo rammaricato di non poter essere
con Voi in questa particolare occasione dell'Assemblea generale
dell'Associazione per il rinnovo delle cariche direttive a causa
di sopraggiunti improrogabili impegni familiari. D'altra parte,
la data era stata fissata e non poteva essere spostata più avanti,
proprio per gli adempimenti iscritti all'o. d. g., in particolar
modo la ridefinizione del nostro Statuto associativo, per consentire
appunto, con le modifiche apportate e proposte all'Assemblea,
la piena attuazione di quel "respiro ampio", a partire
dalle realtà locali e regionali fino ai confini europei. Tutti
noi lo abbiamo fortemente auspicato all'inizio di questa esperienza
associativa, e nell'ultima fase di questo quadriennio ha visto
iniziare i suoi primi percorsi.
Ebbene sì, sono trascorsi quasi quattro anni da
quel Luglio del 2000, quando alcuni amici immaginammo il progetto
ed iniziammo questa esperienza, un po’ per convinzione, un po’
per scommessa e un po’ per gioco; un gioco che ben presto si
rivelò tremendamente serio ed impegnativo! Infatti, mentre maturava
la consapevolezza di quello che si stava costruendo, ci si accorgeva
da una parte delle enormi ricchezze intellettive ed organizzative
di quel primo nucleo di Soci Fondatori, dall'altra delle potenzialità
di un progetto il quale per sua natura esigeva impegno e contributi
culturali ben più grandi delle nostre umili forze, a cominciare
dal riferimento a Giuseppe Dossetti, figura eccezionale
di laico impegnato in politica e di credente, unanimemente riconosciuto
uno dei Padri della nostra Carta Costituzionale e della nostra
ancora giovane Democrazia Repubblicana. Come più volte è stato
detto, di Giuseppe Dossetti ricordiamo non solo
l’uomo di studio, ma soprattutto il suo stile di persona rigorosa
ed intransigente ma al tempo stesso aperta alla problematica
sociale e civile del suo tempo, nella sua concretezza e quotidianità;
la sua coerenza di credente, dalla profonda impronta spirituale,
e di democratico, sì da difendere strenuamente i valori condivisi
della nostra Costituzione.
Ricordiamo tutti con quanta fatica culturale elaborammo
il primo Statuto dell’Associazione; con quale timore affrontammo
l’organizzazione delle prime “giornate dossettiane”; con quale
trepidazione ci siamo accostati al mondo dei media per far conoscere
al meglio i valori di cui volevamo essere portatori e le problematiche
affrontate; con quale fiducia ci siamo confrontati con la società
civile, le Associazioni, gli autorevoli esperti del mondo scientifico
e rappresentanti del mondo imprenditoriale; infine, con quale
vigore abbiamo sollecitato il mondo della politica e delle alte
Istituzioni, con interrogazioni, interpellanze, mozioni, fino
alla elaborazione di un intervento legislativo specifico su
un problema di forte impatto sociale e sanitario: “Misure a
sostegno della ricerca e della cura delle Malattie Rare” (A.
C. n° 4042, a firma Bindi, Rutelli ed altri).
I risultati sono arrivati; sono sotto gli occhi
di tutti. Il pubblico riconoscimento del Presidente Ciampi e
del Presidente Prodi, oltre che di numerosi leaders politici,
lo testimonia.
L’Associazione è maturata lungo il cammino; è cresciuta
con l’apporto di nuove intelligenze, di nuove sensibilità; si
è temprata con l’impegno e la tenacia del suo gruppo dirigente.
Ma ha avuto anche i suoi momenti difficili in alcuni delicati
passaggi fondamentali del suo percorso. Come spesso succede
nei gruppi organizzati, anche nella nostra Associazione alle
fasi di slancio, di fervore, di euforia, di entusiasmo, è seguito
qualche periodo di solo duro lavoro, di mediazione tra tendenze
e modalità operative diverse, qualche incomprensione e, purtroppo,
qualche abbandono! Per quel che ho compreso e conosciuto all'interno
dell'Associazione, una cosa è certa, però: non sono venuti mai
meno né lo spirito né lo stile dei comportamenti che hanno animato
questo progetto, improntati sempre alla franchezza e al servizio.
Io ne sono stato testimone e garante. Evidentemente, qualcuno
ha operato liberamente altre scelte, preferendo e perseguendo
altri interessi …..Ne siamo stati molto rattristati!
Alla fine di questo quadriennio, e del mio mandato,
non posso non accennare alle possibili prospettive di
futuro per la nostra Associazione.
Abbiamo alle spalle tre anni di vita sociale, politica
ed istituzionale “vissuti pericolosamente”; anzi, se
posso usare una metafora, il "sistema Italia" è entrato
in piena "ebollizione", considerati gli effetti degli
eventi internazionali.
A mio parere, l’impegno dell’Associazione nel prossimo
futuro non può prescindere:
- dall’esercizio di una attiva vigilanza
sui valori e sui contenuti della nostra Costituzione;
- dalla ricostruzione di una etica civile
per lo sviluppo di un “umanesimo integrale”, cioè
rivolto a tutto l’uomo e a tutti gli uomini, per l’edificazione
del “bene comune”, bene di tutti e di ciascuno;
- dalla rieducazione alla politica partecipata,
rivedendone contenuti, programmi, metodi di gestione, stili
di comportamento;
- dalla prossimità alle vicende di chi è
ultimo e non ha voce, nei tanti modi in cui oggi questa
realtà è vissuta, per recuperare al massimo il senso della
dignità di ogni uomo, delle pari opportunità e del diritto
alla migliore qualità della vita.
Probabilmente questo comporterà nel nostro Paese
“una riflessione in azione” su alcune questioni generali tuttora
aperte, ma centrali per le loro conseguenze concrete:
- la questione istituzionale e il decentramento;
- la questione sociale, nelle sue problematiche
previdenziali, della sanità pubblica, dell’istruzione pubblica,
del Mezzogiorno;
- la questione dell’informazione, e del controllo
dei media;
- la questione della giustizia e la sua autonomia
dal potere politico;
- la questione delle relazioni internazionali,
improntate alla pace, al dialogo, alla giustizia sociale,
al riequilibrio dell’uso delle risorse.
Evidentemente, ad ognuna di queste si ricollegano
tantissime problematiche concrete e quotidiane che potrebbero
essere oggetto di riflessione, di denuncia e di proposta da
parte dell’Associazione.
Sarà necessario continuare sulla strada tracciata,
così come abbiamo fatto, con la metodologia seguita, nei
limiti delle nostre possibilità finanziarie, sapendo ora che
il nuovo Statuto, che verrà approvato dall’Assemblea,
aprirà orizzonti nuovi ed apporterà nuovi contributi dalle Regioni.
Vorrei proporre all’Assemblea, a conclusione del mio intervento,
un obiettivo ambizioso e di prestigio per la nostra Associazione:
riunire tutte le associazioni ed i gruppi che si richiamano
al nome di Dossetti nella prossima Primavera 2005
per un grande convegno di memoria e di futuro. Avremo sicuramente
la presenza di grandi personalità (l’on. Castagnetti, che è
stato suo stretto collaboratore, mi ha già assicurato la sua
disponibilità…) e sarà un’altra pietra miliare nella storia
della nostra Associazione.
Uno scritto profetico di Dossetti
del 1994, nel riprendere un versetto della Scrittura (Isaia
21, 11-12), faceva sua la domanda del profeta: “Sentinella,
quanto resta della notte?” e tracciava le coordinate
dell’attesa della nuova aurora.
Non sappiamo, ancora oggi, quanto resta della notte…Occorre
però che l’impegno personale e comunitario ne affretti il passaggio,
riconoscendo per “notte” i pensieri e le azioni che sono della
notte ed evitando rimedi facili e scorciatoie per uscire dalla
notte.
Occorre, infine, che ci si prepari e si anticipi
in qualche modo l’alba del nuovo giorno con una seria
ricostruzione delle coscienze e con una sana azione
di discernimento spirituale e culturale.
Spero per la mia parte, di contribuito. Nel ringraziare
ciascuno di Voi dell stima e dell' affetto che sempre mi ha
circondato, invio a tutti cordiali saluti e formulo l'augurio
di BUON LAVORO.
Il Presidente vicario dell’Associazione
Sen. Mario Occhipinti
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